Cos’è

La Penitenza, o Riconciliazione, o (in maniera meno propria) Confessione è il Sacramento con il quale il peccatore pentito si avvicina a Cristo attraverso il suo ministro, confessa il suo peccato e riceve il perdono di Dio. Fin dall’inizio nella Chiesa gli apostoli, e dopo di loro i loro successori, i vescovi, hanno esercitato tale ministero di riconciliazione dei peccatori pentiti con Dio. Nella Chiesa delle origini il processo di assoluzione e di riammissione del peccatore non era immediato, ma comportava per lo stesso un certo periodo di esclusione dalla comunità ecclesiale per un’approfondita riflessione sul male commesso e una sincera contrizione; dopo di che il reo veniva riammesso nella comunità, e il vescovo, attraverso una speciale liturgia, gli concedeva l’assoluzione. A partire dal secondo millennio subentrò l’uso della confessione individuale, con cui ancora adesso si è soliti indicare il Sacramento della Riconciliazione, istituito dal Signore per la remissione delle colpe commesse dopo il Battesimo.


Il perdono dei peccati in assenza di assoluzione sacramentale


Obbligati a casa, la Riconciliazione possiamo farla rivolgendoci direttamente a Dio, sapendo che la confessione dei peccati mortali andrà fatta appena sarà possibile.

«Laddove i singoli fedeli si trovassero nella dolorosa impossibilità di ricevere l’assoluzione sacramentale, si ricorda che la contrizione perfetta, proveniente dall’amore di Dio amato sopra ogni cosa, espressa da una sincera richiesta di perdono (quella che al momento il penitente è in grado di esprimere) e accompagnata dal votum confessionis, vale a dire dalla ferma risoluzione di ricorrere, appena possibile, alla confessione sacramentale, ottiene il perdono dei peccati, anche mortali».

Lo ha ribadito anche Papa Francesco nell’omelia alla celebrazione mattutina nella cappella di Casa Santa Marta:

«Io so che tanti di voi, per Pasqua, andate a fare la Confessione per ritrovarvi con Dio. Ma tanti mi diranno oggi: “Ma padre, dove posso trovare un sacerdote, un confessore, perché non si può uscire da casa? […] Tu fai quello che dice il Catechismo. È molto chiaro: se tu non trovi un sacerdote per confessarti, parla con Dio, è tuo Padre, e digli la verità: “Signore, ho combinato questo, questo, questo… Scusami”. E chiedigli perdono con tutto il cuore, con l’Atto di dolore, e promettigli: “Dopo mi confesserò, ma perdonami adesso”. E subito tornerai alla grazia di Dio.

Tu stesso puoi avvicinarti, come ci insegna il Catechismo, al perdono di Dio senza avere un sacerdote “a portata di mano”. Pensateci: è il momento! Questo è il momento giusto, il momento opportuno. Un Atto di dolore ben fatto, e così la nostra anima diventerà bianca come la neve».

In questi giorni difficili, la preghiera dà anche la possibilità di ricevere un’indulgenza speciale.

La nota della Penitenzieria Apostolica, rilasciata venerdì, concede l’indulgenza plenaria, oltre che ai fedeli affetti da Coronavirus, anche agli operatori sanitari e ai loro familiari con determinate condizioni, «a quei fedeli che offrano la visita al Santissimo Sacramento, o l’adorazione eucaristica, o la lettura delle Sacre Scritture per almeno mezz’ora, o la recita del Santo Rosario, o il pio esercizio della Via Crucis, o la recita della Coroncina della Divina Misericordia, per implorare da Dio Onnipotente la cessazione dell’epidemia, il sollievo per coloro che ne sono afflitti e la salvezza eterna di quanti il Signore ha chiamato a sé.»


Il rito della penitenza:

Nel rito sono significativi gli atti del penitente, ai quali risponde l’azione di Dio che perdona in Cristo. Gli atti del penitente sono fondamentalmente quattro: Esame di coscienza Contrizione Confessione dei peccati Soddisfazione, consistente in un’apposita pratica esteriore che il sacerdote impone al penitente dopo l’assoluzione. Il perdono di Dio arriva al penitente attraverso l’assoluzione sacramentale.


ORARI

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